Una riflessione di Outlet del Funerale sull’omicidio di Senago
Abbiamo a che fare tutti i giorni con i defunti. Inutile negarlo, a furia di condurre questo lavoro, un po’ ci si abitua all’idea della morte e, per rimanere a galla, si cerca anche di mantenere un certo distacco dalle storie dolorose cui siamo sottoposti. Ma ci sono vicende che inevitabilmente ci toccano più di altre, e a cui non riusciamo a mostrare indifferenza. L’omicidio di Senago rientra in questi casi.
Un dolore immenso per Giulia Tramontano e il suo piccolo
La notizia di cronaca che ha visto coinvolta Giulia Tramontano e il suo bambino, uccisi barbaramente dal reo confesso Alessandro Impagnatiello, ha lasciato tutti sgomenti. Una nazione intera ha condiviso ore di apprensione verso la 29enne scomparsa dalla sua casa di Senago e ha poi partecipato alla sofferenza della famiglia, non appena è emersa la fine cui è stata sottoposta la giovane, insieme al feto che portava in grembo da ormai sette mesi.
Le emozioni controverse che hanno accompagnato chiunque avesse ascoltato la notizia, dapprima legate alla preoccupazione e al timore, ma con uno spiraglio di speranza, hanno lasciato il posto al turbamento nel cuore di tutti, compresi gli operatori funebri di Outlet del Funerale. Svolgere questo mestiere non significa infatti rimanere immuni alla commozione per i decessi, particolarmente travolgente quando si tratta di una giovane donna che ha perso la vita per mano di chi le giurava amore.
L’omicidio di Senago è un femminicidio
Apprendere una notizia di cronaca di tale portata, oltre a lasciare interdetti, fa scaturire una serie di sentimenti negativi verso il colpevole. Non è questa la sede per dare libero sfogo ad accuse o campagne denigratorie, e non è neanche il nostro compito. Ma di fronte a scenari di questo genere, che si consumano sempre più spesso, affrontare valutazioni, riflessioni e argomenti affini può servire a tenere sempre alta l’attenzione.
Cominciamo col chiamare le situazioni con il loro nome. L’omicidio di Senago è a tutti gli effetti un femminicidio. Qualsiasi forma di violenza, aggressione, gesto brutale perpetrata ai danni di una donna, cercando di annientarne l’identità, è da considerarsi in modo distinto. Non perché esistano soprusi o uccisioni più o meno gravi, intendiamoci, ma riconoscere gli atti violenti, catalogarli e parlarne permette di progredire con iniziative volte alla prevenzione.
Serve l’impegno di tutti per cambiare il mondo
Non siamo giudici, criminologi e nemmeno psicologi (e affini), ma riteniamo che nessuno in questa società possa girarsi dall’altra parte di fronte a casi che coinvolgono tutti, come l’omicidio di Senago. La partecipazione diventa collettiva quando si tratta di crescere figli rispettosi di ogni essere umano, di comprendere che non esiste un genere forte e uno debole, di incoraggiare i propri familiari e conoscenti, colpiti da disturbi di varia natura, a farsi seguire da professionisti, di denunciare comportamenti prepotenti prima che diventino feroci.
Abbiamo tutti una piccola responsabilità, nell’omicidio di Senago (Milano), che è quella legata all’impostazione patriarcale della nostra società. Se ognuno nel suo piccolo facesse un passetto in più verso la consapevolezza, il popolo nella sua totalità potrebbe davvero cambiare attitudine in tal senso.
Ancora costernati, porgiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia di Giulia, a cui è stato strappato il diritto di vivere e diventare madre.