Pandemia e lo strascico di morti. Si continua a morire più del normale durante la seconda ondata del covid-19 (coronavirus). Lo dimostrano i numeri che divulga il telegiornale e lo dimostra, in maniera più pratica, il Crematorio di Lambrate che, a causa dell’elevato numero dei defunti da cremare, è stato nuovamente chiuso fino al 3 gennaio 2021 (dopo la chiusura nel primo lockdown).

«Pertanto – fa sapere il Comune di Milano – non saranno autorizzati nuovi ingressi, in modo da consentire lo svolgimento dei servizi di cremazione già programmati e l’esecuzione dei necessari interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti».

Troppa attesa per la cremazione della salma

La chiusura si è rivelata necessaria, stando a quanto si apprende dai giornali, ma anche dalla nostra esperienza diretta, a seguito della prolungata attesa dei feretri. Per la cremazione di una salma si sarebbero raggiunti i 20 giorni. Troppo. E dato che non è possibile consentire tempi maggiori, per questioni igienico sanitarie, sono scattate le limitazioni, ovvero la chiusura. E pensare che nel mese di novembre il municipio di Milano aveva già imposto un limite concedendo l’accesso al crematorio di Lambrate ai soli defunti residenti a Milano.

La sepoltura anziché la cremazione con l’esenzione delle tariffe

Mediante l’ordinanza contingibile e urgente di Palazzo Marino, relativa all’adozione di ulteriori misure eccezionali volte a fronteggiare l’emergenza derivante dalla diffusione del coronavirus (covid-19), che ordina di non autorizzare le cremazioni al Crematorio di Lambrate, viene altresì prevista l’esenzione del pagamento di alcune tariffe comunali, al fine di favorire la sepoltura della salma.

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