La morte del dj e produttore Avicii non è ancora stata chiarita, spuntano nuove ipotesi come il suicidio

Avicii, dj e produttore discografico svedese che ha fatto ballare il mondo, è deceduto lo scorso 20 aprile in Oman, all’età di 28 anni. È stato trovato morto nella sua camera d’albergo. Suoi gli evergreen Hey Brother, I could be the one, Levels, Wake me up, The nights, For a better Day. Nella sua carriera Avicii, pseudonimo di Tim Bergling, ha inoltre conquistato due candidature ai Grammy e ha collaborato con star mondiali come i Coldplay o Madonna.

Il suo successo planetario era stato tuttavia costellato da problemi di salute: aveva sofferto di pancreatite acuta, in parte causata dall’abuso dell’alcol, e gli erano state rimosse cistifellea e appendice.

Mentre i suoi fans piangono il loro idolo, attendendo di sapere dove verrà celebrato il funerale, restano molti punti interrogativi da chiarire sulla sua morte. Il tabloid statunitense TMZ avanza l’ipotesi del suicidio. Il giovane si sarebbe ucciso con un pezzo di vetro, verosimilmente di una bottiglia. Sulla vicenda TMZ scrive: «Le nostre fonti ci hanno riferito che il taglio fatto con il vetro ha causato un dissanguamento che gli è stato fatale. Due fonti ci hanno riferito che Avicii ha rotto una bottiglia e ha usato il vetro per tagliarsi. Ci è stato inoltre riferito che tale ferita sarebbe stata inflitta all’altezza del collo, mentre altre lo hanno negato con fermezza, dicendo che il ragazzo si era invece tagliato i polsi».