Indagato per guida in stato di ebbrezza, omissione di soccorso, lesioni gravissime e omicidio colposo rimedia solo gli arresti domiciliari, niente carcere.
E’ incensurato, quindi per lui niente carcere.
E’ successo domenica 22 Novembre alle 18.30 sulla strada provinciale in località Piazzola, l’incidente mortale che ha coinvolto due mezzi con a bordo una famiglia e il parroco di Mortise.
Il giovane che ha causato la catastrofe si chiama Stefan Alin Maracine, un imprenditore romeno di 28 anni che, a bordo della sua Mercedes Coupè Cls, ha travolto la Ford Focus con a bordo Nicola Loreggiand, di 46 anni, la moglie Marina Marchioron, di 44, e il piccolo figlioletto di quattro anni, coinvolgendo anche una terza auto guidata da Don Bruno Piccolo.
Il ragazzo, dopo aver causato la tragedia, non si è preoccupato nemmeno per un istante dei danni e dei feriti e ha abbandonato la macchina scappando in mezzo ai campi.
Nell’incidente la donna, madre del piccolo che viaggiava sulla Ford Focus, ha perso la vita sul colpo, mentre il marito e il bambino sono rimasti gravemente feriti, così come il parroco.
Maracine è stato fermato dalle forze dell’ordine solo poche ore dopo al pronto soccorso di Cittadella, dove è stato accertato il tasso alcolemico del ragazzo di oltre tre volte superiore al consentito.
Al ventottenne sono stati diagnosticati 6 giorni di prognosi e gli sono state riconosciute le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso, guida in stato di ebrezza e lesioni di gravissime ma per lui, siccome incensurato, nemmeno un giorno di carcere, solo gli arresti domiciliari nell’intimità della sua casetta sul Brenta, mentre per i poveri malcapitati lesioni e fratture multiple e un dolore incommensurabile per la morte della giovane donna e per quel bambino che non potrà più godere degli abbracci della sua mamma.
Federica Ottone