Mangiare il cervello dei defunti sembra renda immuni a molte malattie.
Nella trilogia “Apocalisse Z” di Manel Loureiro questa pratica salva alcuni personaggi dallo “zombismo”, ma nella realtà?
In Papua Nuova Guinea alcuni scienziati locali e colleghi inglesi hanno condotto uno studio su una tribù con delle usanze un po’ particolari: mangiare, durante i funerali, il cervello dei defunti.
Questa pratica, seppur macabra, è risultata essere incredibilmente utile alla salute: mangiando il cervello dei defunti, infatti, malattie da noi ancora senza una vera e propria cura, come il “morbo della mucca pazza” (BSE) o patologie neurologiche come il Parkinson, nelle terre di questa tribù sono state debellate.
Nello specifico la tribù è riuscita a contrastare una malattia letale chiamata kuru che, prima della scoperta di questo metodo di “vaccinazione”, portava inevitabilmente alla morte lo sfortunato paziente provocando decine di vittime ogni anno.
I sintomi della malattia sono causati dai prioni: proteine che, mutate, danneggiano il cervello. Secondo gli studi condotti e pubblicati dagli scienziati sopracitati, chi si nutre di cervello umano dei defunti sviluppa una barriera difensiva che impedisce alle proteine di mutare in prioni e quindi di andare a danneggiare il cervello.
Realtà o fantascienza? Come per l’esistenza degli alieni o per la fine del mondo ci sono polemiche a non finire su questo argomento, ma sicuramente è una scoperta rivoluzionaria.
Benedetta Talluto