Morte apparente, cosa dice la legge in Italia

Morte apparente, cosa dice la legge in Italia

Tra i migliori scherzi di Halloween c’è il risveglio del morto. Cosa succede invece quando accade sul serio?

Come comportarsi in caso di morte apparente: ecco cosa dice la legge in Italia.

Molto spesso capita di vedere nei film dell’orrore zombie e simili che escono dalle tombe. Si tratta in realtà di qualcosa che nella vita di tutti i giorni non potrebbe mai verificarsi per diversi motivi. In primis in Italia non è tanto diffusa l’inumazione ma la tumulazione. In quest’ultimo caso la bara dell’estinto viene sigillata in un loculo con una grossa lastra di marmo e una fila di mattoni. Insomma, impossibile uscirne! In secondo luogo la bara stessa è sigillata con bulloni e quant’altro. Praticamente non è possibile aprirla nemmeno dall’esterno in modo tanto agevole.

Sfatata questa paura – che riguarda non tanto la morte apparente ma il “ritorno dei morti viventi” per citare un famoso film – bisogna riconoscere che esistono diversi casi di morte apparente in Italia: tutti scoperti ancora prima che il caro venisse sigillato nella bara.

Secondo la legge italiana, prima di seppellire il defunto è necessario ottenere un’autorizzazione dall’ufficiale competente che verrà concessa solo trascore 24 ore dalla dichiarazione del coroner. In alcuni casi, come quella di morte improvvisa o di morte apparente, il periodo di osservazione si prolunga fino alle 48 ore.

La morte apparente – come quella di Giulietta nel celebre romanzo shakespeariano – consiste in breve nella perdita di coscienza e della sensibilità generale (compresa immobilità del corpo, apparente cessazione dell’attività cardiaca e della respirazione). La morte apparente può avere diverse cause e dipendere da fattori diversi: letargia isterica, commozione cerebrale, sincope, assideramento eintossicazioni.

Ed è proprio per evitare di celebrare il funerale di qualcuno che ad un certo punto busserà alla bara che è necessario seguire quanto prescrive la legge italiana! Nello specifico è necessario che siano riconosciute e dichiarate dal personale competente tutte e tre i tipi di morte: relativa (cessazione di attività vitali), intermedia (morte clinica) e assoluta (con relativo processo di autolisi ovvero dissoluzione del corpo)!

Enrica Marrelli