Un ricordo del campione romagnolo, a poco più di quattro anni dalla improvvisa scomparsa
Il 23 ottobre 2011 la giovane vita di SuperSic si interruppe tragicamente alla curva 11 del Gran Premio della Malesia
Il suo volto da ragazzo discolo, il cespuglio di capelli a stento contenuti dal casco, la sua aria scanzonata, le furibonde lotte con campioni del calibro di Stoner, Lorenzo, Rossi. Questo e tanto altro ancora resta nella mente e negli occhi degli appassionati che per anni hanno seguito le gesta di Marco Simoncelli, SuperSic per amici e tifosi.
Una carriera fatta di tanti incidenti, di una dura gavetta avviata a soli dodici anni nelle minimoto e culminata nella classe regina, la Moto Gp, passando per la 125 e la 250 (con relativo titolo iridato nel 2008), senza rinunciare a piccole puntate in Super Bike. Una carriera promettente quella di Simoncelli, improvvisamente stroncatasi una domenica di quattro anni fa alla curva 11 del circuito di Sepang, in occasione del Gran Premio della Malesia.
Le drammatiche fasi dell’incidente sono ancora impresse nella memoria di milioni di appassionati: la Honda fuori controllo, il taglio della curva e poi la caduta sotto le incolpevoli ruote di Colin Edwars e Valentino Rossi che non riescono ad evitarlo. È il 23 ottobre 2011 e sono sufficienti pochi secondi perché la vita di un astro nascente del motociclismo si spenga a soli ventiquattro anni, lasciando dietro di sé un ricordo indelebile. Un ricordo che la famiglia del ragazzo di Cattolica sta cercando in tutti i modi di non far tramontare, con iniziative benefiche e sportive e un museo intitolato a SuperSic.
Alessio Palumbo