Ilva di Taranto: una ditta senza pace

Ilva di Taranto

Muore operaio schiacciato da un tubo

Ennesima vittima sul lavoro, Cosimo Martucci di 49 anni perde la vita a causa di un’imbragatura difettosa

Torna a far parlare di sé la ditta Ilva di Taranto, protagonista di una nuova tragica sciagura che ha coinvolto un operaio di 49 anni, Cosimo Martucci. Il dipendente della ditta appaltatrice Pitrelli stava lavorando nel reparto agglomerazione dell’acciaieria quando l’imbragatura che sosteneva un enorme tubo ha ceduto facendolo precipitare addosso al Martucci, rimasto schiacciato senza scampo. Gli operai sia dell’Ilva che della Pitrelli si sono uniti in uno sciopero sostenuti dal Segretario Generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli il quale sostiene che tale tragedia non si possa definire “incidente” ma causa di una troppo trascurata manutenzione e dalla mancanza di sicurezza presso lo stabilimento. La cronaca di questi ultimi anni riporta infatti sempre più frequentemente il nome Ilva che ormai verrebbe da definire una ditta senza pace: l’ultimo caso di morte a seguito di incidente sul lavoro risale al 12 giugno 2015, giorno in cui ha perso la vita il 35enne Alessandro Morricella dopo essere stato travolto da della ghisa fusa fuoriuscita dall’altoforno, poi solo un mese fa (ottobre 2015) il malfunzionamento di una valvola nel reparto trattamento acque ha causato la dispersione di una notevole quantità di una sostanza oleosa riversatasi in mare, che con il tempestivo aiuto di una ditta specializzata si è riusciti a contenere e a rimuovere. A questo punto ci si può solo chiedere quanto tempo passerà prima che la ditta di Taranto sarà protagonista di un nuovo articolo di cronaca, ma soprattutto quante vittime ci vorranno ancora prima che chi di dovere intervenga.

Samanta Baldi