Ibernazione e umanità: come farla sopravvivere.
Ecco come sopravvivere con l’ibernazione.
L’ibernazione è vista, nella letteratura scientifica, nei film a sfondo scientifico o nelle serie tv di fantascienza sempre come una soluzione già collaudata per far sopravvivere l’umanità allo scorrere incessante de tempo, ai cambiamenti e alle catastrofi. In questo c’è un fondo di verità. Ma, una volta subita l’ibernazione, come sopravvivere? Ecco la risposta, dedotta da alcuni recenti studi del dottor Mark Roth a Seattle.
Tutto sta in una parola: ossigeno. Questo elemento è di vitale importanza per qualunque essere vivente, ovviamente anche e soprattutto per noi umani. Ma il dottor Roth, dopo due casi di umani sopravvissuti misteriosamente all’ibernazione non volontaria, ha condotto degli studi su dei vermi arrivando alla conclusione che l’unico modo per far sì che l’essere vivente sopravviva al congelamento è privarlo, prima che avvenga l’ibernazione, dell’ossigeno.
Infatti se un corpo non ha ossigeno le cellule e tutto l’organismo smettono di fare qualsiasi cosa, soprattutto se il corpo viene poi ibernato: quindi vengono congelate tutte le riproduzioni cellulari, le funzioni vitali.. il corpo viene “mezzo in stand-by” e questo permette di sopravvivere anche per un lungo tempo sotto ibernazione: sarà possibile infatti rianimare la persona e farle ricominciare una vita normale come se nulla fosse successo.
Questa, oltre che una grande scoperta scientifica, è anche un valido aiuto per i medici: ibernare un paziente seguendo il metodo scoperto da Roth permetterà di curare più persone in casi critici come infarti, emorragie o malattie che necessitano una cura più lenta senza il rischio di intaccare le funzioni vitali. Basterà, infatti, ibernare il corpo, cercare la cura, applicarla e poi rianimare il paziente.
È ancora tutto in fase di sperimentazione, ma la scienza non smette mai di fare passi in avanti: chissà, magari tra qualche decennio ci faremo tutti ibernare per sfuggire alla morte.
Benedetta Talluto