Reincarnazione e cristianesimo: rapporto tra la religione cristiano e l’esistenza delle vite ripetute.
Un tema controverso che ha avuto un decorso storico piuttosto movimentato come testimoniano Sant’Agostino e San Girolamo.
Religione e reincarnazione: un tema che da sempre suscita curiosità e polemiche. Un problema controverso quello del rapporto tra cristianesimo e reincarnazione. La maggioranza delle religioni cristiane nega infatti la reincarnazione. In realtà i primi cristiani vennero influenzati dal mondo greco romano, che con la dottrina del platonismo, veniva introdotto il concetto di metempsicosi secondo cui l’anima è soggetta a reincarnazione. Con il passare dei secoli i cristiani sembrano aver cancellato questo pensiero, che però durante il corso storico è diventato un forte punto di scontro. Come testimonia lo stesso Sant’Agostino che nelle sue “Confessioni” fa un profonda riflessione sulla possibilità di esistenza della reincarnazione: “La mia infanzia ha forse seguito un’altra realtà morta prima di essa? Forse quella che ho vissuto nel ventre di mia madre? E ancora prima di quella vita, o Dio della mia gioia, io esistevo già in qualche altro luogo o altro corpo?”. Nello stesso periodo anche San Girolamo sostiene la dottrina della reincarnazione: “Non conviene si parli troppo delle rinascite, perché le masse non sono in grado di comprendere” Il religioso credeva quindi all’esistenza delle vite ripetute e a preoccuparlo di più era il fatto che il popolo non capisse questo concetto. La reincarnazione venne condannata dalla Chiesa nel 533 d. C. durante il Concilio indetto dall’imperatore Giustiniano. Concilio che venne fatto senza il consenso dell’allora papa Virgilio, che trovandosi a Costantinopoli non partecipò alla seduta.
Rossella Biasion