Selfie alla camera ardente: qual è il limite?

Selfie alla camera ardente

Considerazioni e spunti a partire dal selfie alla camera ardente con Maria De Filippi

Fatti e notizie che balzano agli onori della cronaca permettono di condurre riflessioni più approfondite in ambito funebre. Vogliamo quindi prendere a esempio ciò che è accaduto negli ultimi giorni e di cui si è molto discusso: a Maria De Filippi, resasi disponibile a stringere la mano ai visitatori che si sono recati a visitare la salma del defunto marito Costanzo, è stato chiesto di fare un selfie alla camera ardente.

Il nostro intervento non vuole stigmatizzare nessuno, ma ci piacerebbe aprire un confronto su quale sia per ciascuno il limite da non superare in una circostanza triste come la morte.

La morte di Maurizio Costanzo

Nella sala del commiato e al funerale di Maurizio Costanzo, deceduto da poco, erano presenti giornalisti, telecamere e qualsiasi altro mezzo per trasmettere nel più breve tempo possibile cosa succedesse in una circostanza estremamente intima e dolorosa ma che in qualche modo coinvolgeva tutto il popolo italiano. Costanzo infatti è stato un noto giornalista ma soprattutto una colonna portante della televisione, tra i volti più amati e apprezzati. L’attiva partecipazione delle persone che lo conoscevano solamente dal piccolo schermo ha dimostrato quanto fosse stimato e quanto sicuramente mancherà la sua presenza nel panorama televisivo.

La richiesta a Maria De Filippi del selfie alla camera ardente

Nell’andirivieni per l’ultimo saluto è stato ripreso un gesto discutibile compiuto dai fan di Costanzo e di sua moglie. Qualcuno tra i visitatori ha pensato bene di chiedere a Maria De Filippi un selfie alla camera ardente e lei con gentilezza (o rassegnazione) ha acconsentito. Un lieve sorriso a favore di fotocamera e la presentatrice ha continuato a stringere le mani dei passanti. La compostezza della De Filippi ha colpito tutti, ma il gesto della richiesta di una fotografia in un momento luttuoso è stato fortemente criticato, su ogni canale e senza mezzi termini.

Un nuovo modo di vivere il dolore del lutto

Noi che operiamo all’interno del settore funebre non ci sorprendiamo più di alcuni comportamenti inusuali, i più legati a un nuovo modo di usare fotocamere e videocamere, e anche di postare la propria vita sui social network. Chi è magnanimo parla di condivisione, utile a elaborare il lutto e compartecipare a una sofferenza che prima o poi accomuna tutti, chi invece è più critico parla di spettacolarizzazione del dolore. Esiste secondo voi un limite da non superare in certi momenti della vita? O tutto è concesso nell’era della modernità?

Selfie alla camera ardente: è dovuto?

Naturalmente si può fare un distinguo tra ciò che riguarda se stessi, ovvero come utilizzare i propri strumenti tecnologici o rapportarsi nei confronti di una situazione familiare (perdita di un parente o un amico stretto), e ciò che invece va a ledere la sensibilità altrui, sfociando talvolta in maleducazione, impertinenza, sfrontatezza, cafonaggine. A nostro modesto parere chi è personaggio pubblico può sottrarsi a richieste inadeguate al contesto, ma soprattutto chi è dall’altra parte dovrebbe comprendere lo strazio di una famiglia afflitta dal decesso di una persona cara, che si chiami De Filippi, Costanzo o Pinco Pallino.

Noi non avremmo chiesto il selfie alla camera ardente. E voi? Scrivete pure la vostra al form dei contatti o nei commenti dei nostri canali social.