Le criticità a carattere straordinario che hanno travolto il nostro Paese, in seguito alla diffusione del coronavirus (covid-19), hanno richiesto l’attuazione di misure altrettanto straordinarie. L’ordinanza di Protezione Civile 665 del 25 marzo 2020, in vigore dal 28 marzo, è stata appositamente adottata nell’ottica di tutelare la salute pubblica e superare le problematiche derivanti dal numero crescente di decessi della popolazione, dall’accumulo anomalo di feretri rimasti in giacenza, peraltro contenenti salme di defunti risultati positivi al covid-19 (coronavirus), dalla saturazione di cimiteri e impianti di cremazione.
Tale situazione ha messo in crisi anche le imprese funebri e complicato notevolmente la gestione dei funerali in quanto, oramai da tempo, ci si rivolgeva a crematori fuori regione. Questo perché tutti gli impianti della Lombardia erano sovraccarichi e non accettavano nemmeno più prenotazioni per salme destinate alla cremazione.
Coronavirus (covid-19): ecco come cambiano le procedure per salme e sepolture
L’ordinanza di Protezione Civile 665 del 25 marzo 2020 introduce una serie di cambiamenti relativamente alle salme e alla loro sepoltura. In particolare:
- Le famiglie colpite da lutto hanno 48 ore di tempo per manifestare la volontà sulla pratica funebre da seguire (tumulazione, inumazione, cremazione) per il proprio defunto. Tutte le parti in causa (familiari, comune, ospedale, onoranze funebri), a seguito delle limitazioni di movimento, sono invitate a ricorrere agli strumenti telematici, come pc ed e-mail, per dialogare e dar seguito alle pratiche. (Outlet del Funerale ha attivo un apposito servizio per gestire il servizio funebre a distanza. Info: 800 444 800 o al form contatti).
- Laddove non sia possibile procedere con la cremazione della salma, entro 3 giorni dal decesso, a causa della saturazione dei forni crematori della provincia, si dovrà obbligatoriamente passare all’inumazione o alla tumulazione. C’è però un’altra possibilità: i familiari che volessero rivolgersi a un altro forno crematorio, al di fuori della provincia della località nella quale si è registrato il decesso, potranno farlo. Non vige infatti alcun divieto in merito. L’importante è che l’intero iter si svolga sempre entro 3 giorni dal decesso del proprio caro.
- Nel caso in cui i familiari non riescano ad esprimere, nel giro di 48 ore, la volontà di sepoltura (come già detto al punto 1), la pratica passerà d’ufficio al municipio. A quel punto saranno direttamente i dipendenti comunali a stabilire il luogo di sepoltura, al fine di eliminare i rischi per la salute pubblica. La sepoltura potrà perfezionarsi in campo comune o in loculo, anche in via temporanea, allo scopo di rispettare, in futuro, le scelte dei familiari (probabilmente superata l’emergenza coronavirus).
- L’inumazione del feretro (ovvero quando la salma viene posizionata sotto terra) è eseguita nell’apposito campo a prato verde dei cimiteri. L’area della singola sepoltura dovrà essere individuabile tramite un cippo o un’altra tipologia identificativa, in cui sia presente il nome, il cognome, la data di nascita e quella di morte del defunto.
- Non poteva mancare la classica discordanza all’italiana che dà adito a confusione e fraintendimenti. Secondo Anci (che interpreta l’ordinanza della Protezione Civile) i decessi causati da malattia infettivo diffusiva (coronavirus) necessitano dell’utilizzo di cofani funebri in zinco, qualora la salma venga destinata all’inumazione. Nell’ordinanza di Protezione Civile invece non v’è traccia di questo: i decessi causati da malattia infettivo diffusiva non richiedono l’utilizzo di cofani funebri in zinco. Noi restiamo fedeli alle disposizioni della Protezione Civile e non concordiamo con la versione di Anci.
Restiamo a disposizione per qualsiasi vostra domanda o necessità.