Halloween 2015, dolcetto o scherzetto: miti e leggende sulla festa dei morti

Notte di Halloween, quando il mito diventa realtà

Cosa si cela dietro i festeggiamenti di Halloween?

Quali sono le leggende sulla festa dei morti?

Ogni anno, da metà ottobre, i nostri negozi iniziano a riempirsi di oggettistica a tema Halloween, in vista del 31 ottobre.
Ma vi siete mai chiesti cosa si cela dietro a questa festa, che coinvolge i bambini quanto gli adulti? E se non ci fosse nulla di vero ma fossero solo delle leggende quelle che circolano sulla festa dei morti del 2 novembre?
Si sa, Halloween nei secoli ha fatto sviluppare la creatività di tutti quelli che sin da bambini amavano mascherarsi con costumi terrificanti e spaventare i passanti. Ma è sempre stato così, anche per le generazioni antiche? È nata come una festa tetra e misteriosa o c’è molto di più dietro?
Probabilmente i primi a festeggiare Halloween furono le popolazioni del Nord Europa: i Celti per l’esattezza. Per i Celti Halloween era un modo per salutare l’estate e annunciare l’arrivo dell’inverno. Non trovate che l’atmosfera fosse nettamente diversa da quella odierna?
Ma questo nome? Ovviamente nei tempi antichi, la Chiesa non credeva alle feste pagane e festeggiava il 31 ottobre perché era la vigilia della festa di Ognissanti. Ma nuovamente, le popolazioni del Nord la fanno da padrona, ed è nello scozzese e nell’inglese antico che troviamo “All Hallows Eve”, con il significato di “notte di tutti i Santi”.
Purtroppo questa sfumatura religiosa è andata svanendo soprattutto quando in America Halloween è diventata la festa dei bambini e del motto “trick or treat”, il nostrano dolcetto o scherzetto. Sebbene in Italia non sia così diffuso come oltre oceano, quanti di voi da bambini erano impazienti di bussare alle porte dei vicini, con dei travestimenti improbabili, per fare incetta di caramelle? O magari fare qualche dispettuccio a quel vicino antipatico!

Ma anche questa volta gli americani c’entrano ben poco! L’usanza di travestirsi e bussare alla porta dei vicini per ricevere cibo risale ancora una volta alle tradizioni irlandesi ed inglesi. Si riceveva cibo in cambio di preghiere per i morti nel giorno della Commemorazione dei defunti, che cade il 2 novembre.
La festa dei morti è entrata così all’interno della nostra tradizione folkloristica e ha generato delle leggende e tradizioni in non poche parti del mondo!
Sebbene una cosa comune a tutte le tradizioni sia quella di recarsi al cimitero per portare dei fiori ai propri defunti, alcune comunità hanno saputo reinterpretare questa festa in modo particolare.
Come ogni festa che si rispetti, non manca di essere celebrata come si deve anche in cucina, e soprattutto in Italia, dove l’arte culinaria la fa da padrona, i dolciumi dedicati ai morti di certo non mancano. Passiamo dalle fave dei morti umbre alla tipica frutta Martorana siciliana o alle ottime focacce trevigiane chiamate i morti vivi. In Toscana invece, si è mantenuta l’usanza di mettere delle scarpe sulle tombe dei bambini defunti. Una leggenda racconta che proprio la notte del 2 novembre, le pure anime dei piccoli volati in cielo prematuramente potessero tornare in vita. Chissà, magari potrete vederne una sotto il David in Piazza della Signoria a Firenze!
Anche nel salernitano si trova una leggenda simile ma lì si limitano a deporre una corona bianca invece che delle scarpine, e a fare dei canti di musica sacra.
Forse che alle anime dei bambini puri piacciano solo i versi di Dante e passeggiare sul Lungarno?

Maria Teresa Cammarata