Casi di suicidio per omofobia

Casi di suicidio per omofobia

È possibile, al giorno d’oggi, suicidarsi per omofobia?

Sì, succede quasi ogni giorno. Ecco alcuni casi di suicidio per omofobia.

Omofobia. ομοίος (stesso) fobos (paura). Paura dello stesso. Omo, anche abbreviazione del termine “omosessuale”, quindi paura degli omosessuali, secondo George Weinberg. Suicidio. Dal latino suicedes, uccisione di sé stesso. Oltre al suicidio per amore non corrisposto, al suicidio per bullismo c’è anche il suicidio per omofobia. E le vittime sono sempre più giovani.

A Roma, ad esempio, un ragazzo lo scorso anno si buttò dal terrazzo del suo condominio perché non si sentiva accettato dalla società.
Sempre a Roma, nel 2013, un ventunenne si buttò da un palazzo perché non accettava la sua condizione e la reazione della società ad essa.
Come per il bullismo e per le altre cause di suicidio giovanile, è importante dire che spesso non si ha la forza di reagire da soli alle situazioni: per prevenire i suicidi per omofobia bisogna innanzitutto non praticarla, in secondo luogo aiutare chi ne è vittima indipendentemente dalle proprie convinzioni in merito all’omosessualità. Tutti hanno diritto a vivere, nessuno a rovinare o annullare la vita dell’altro: chi causa suicidi per omofobia è omicida, esattamente come chi causa suicidi per bullismo. Nei casi di amore non corrisposto è diverso, meglio tenerlo a mente. Ma in ogni discriminazione e in ogni violazione dei diritti dell’uomo non c’è giustizia e non ci sono scusanti.

È colpa della società che non accetta gli omosessuali? O degli omosessuali che estremizzano inutilmente? O di entrambi, che gestiscono situazioni delicate nei modi sbagliati?
Che si sia favorevoli o contrari alle relazioni omosessuali, così tanti suicidi per omofobia sono inaccettabili.
Il rispetto, almeno quello, deve essere uguale per tutti.

Benedetta Talluto